Il mulino della Foresta Nera

Verso dove? Tutto trema
e del bosco la gola verde
sulla casipola acquattata
e l’acqua che lega i macigni.

L’asse del traino si spezzò là.
L’industria lasciò questi luoghi.
Aceri, edere, sambuco…
Verso dove? A fonte e foce.

Vecchiaia caduta in infanzia,
vita che torna a miniera,
la ruota morta non sa
che è verità necessaria

qui dove i cuori fermi nell’aria
secolare domandano pietà
e senso a schegge di crani di servi,
a capi molli di fantolini;

e, rovina, nonnulla, speranza
in fondo a un bosco, come esistere
nei figli senza la tua miseria?
Mulino di niente, certezza…

La sera sale in cima agli aceri
e gli animali custodiranno
per questa notte a noi lontani
una casa nostra vuota.

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