La canzone del nemico di classe

1.

Quand’ero piccolo, andavo a scuola
e imparai a distinguere il mio e il tuo,
e quando tutto avevo imparato
non mi pareva che fosse tutto.
La mattina ero senza colazione
mentre altri avevano da mangiare:
e così imparai ancora tutto
sull’essenza del nemico di classe.

E imparai il perché e il percome
il mondo è diviso da una fossa!
che resta fra noi, perché dall’alto
verso il basso cade la pioggia.

2.

E mi dicevano: diventerai come noi!
se farai il bravo!
Ma io pensavo: se sono la loro pecora
non diverrò mai un macellaio.
E vidi più d’uno di noi
che per loro batté il marciapiede,
e se gli capitò la medesima sorte
che a me e a te, si sorprese.

Ma io non mi meravigliai,
per tempo vidi come stanno le cose
con loro: è verso il basso,
e non verso l’alto che la pioggia scorre.

3.

Allora udii battere il tamburo
e tutti dicevano queste parole:
adesso dobbiamo fare la guerra
per un posticino al sole.
E voci rauche ci promisero
di tirarci l’azzurro giù dal cielo,
e capoccia bene pasciuti gridavano:
non siate vigliacchi in questo momento!

E noi ci credemmo: è questione di ore,
poi avremo questa cosa e quella.
Ma la pioggia di nuovo fluì verso il basso e noi
per quattro anni divorammo l’erba.

4.

E una volta, d’un tratto, si disse:
ora facciamo la repubblica!
E ognuno sarà uguale all’altro,
magro o grasso che sia.
E chi era esausto per fame non era
mai stato così pieno di speranza.
Ma chi era sazio di mangiare
come loro era pieno di speranza.

E io dissi: qualcosa non quadra
e dal dubbio ero tutto turbato:
qualcosa non quadra, se la pioggia
deve scorrere verso l’alto.

5.

Ci diedero delle schede per votare,
noi le armi consegnammo,
ci diedero una promessa,
noi i fucili che avevamo.
Sentimmo dire: loro, che la sanno tanto lunga
ci avrebbero aiutato adesso,
noi dovevamo andare al lavoro,
loro avrebbero fatto il resto.

Allora mi lasciai smuovere di nuovo
e come volevano, rimasi calmo,
e pensai: da parte della pioggia è bello
che voglia scorrere verso l’alto.

6.

E subito dopo sentii dire
che ora era tutto sistemato:
se noi sopportiamo il male minore
quello più grosso ci era risparmiato.
E noi mandammo giù il prete Brüning
perché al suo posto non ci fosse Papen.
E noi mandammo giù lo junker Papen
perché se no era il turno di Schleicher.

E il prete passò la consegna allo junker
e lo junker la passò al generale.
E la pioggia andava verso il basso
e fu uno scorrere colossale.

7.

Mentre noi giravamo con le schede
loro intanto chiudevano le fabbriche,
quando noi dormivamo davanti all’ufficio dei sussidi,
loro dormivano in pace.
Sentivamo parole come queste:
Tenetevi calmi! State in attesa!
Quanto è più grande la crisi
tanto più grande sarà la ripresa!
E io dicevo ai miei compagni:
così parla il nemico di classe!
Quando parla di epoca buona
è della sua che intende parlare.

La pioggia non scorrerà mai verso l’alto,
perché d’un tratto scopre di volerci bene.
Ecco quanto può fare: fermarsi,
e cioè quando il sole risplende.

8.

Un giorno dietro nuove
bandiere li vidi marciare,
e molti dei nostri dicevano:
non c’è più nemico di classe.
Allora vidi alla loro testa
grugni che già mi erano noti,
e udii, nel vecchio tono da sergente,
ringhiare le loro voci.

E tra feste e bandiere la pioggia
notte e giorno scorreva tacita,
e la poteva sentire chiunque
si fosse trovato per strada!

9.

Si esercitavano con impegno a sparare,
e parlavano di nemico a voce alta,
e indicavano fieri al di là del confine
ed era a noi che si pensava.
Poiché noi e loro siamo nemici
in una guerra che se io vinco tu perdi,
perché loro vivono di noi e crepano
se non siamo più i loro servi.

E questo è anche il motivo per il quale
la vostra meraviglia è fuori di luogo,
se si scagliano su di noi, come la pioggia
si scaglia sopra il suolo.

10.

E chi di noi è crepato di fame
è caduto in una battaglia,
e chi di noi è morto
l’hanno ammazzato e basta.
Lo hanno preso con i loro soldati
chi non gli piaceva la fame,
gli hanno sfondato la mascella
a chi ha chiesto pane.
Adesso gli danno la caccia
a chi pane promisero,
e chi ha detto la verità
lo portano nella cassa di zinco.

E chi gli ha prestato fede
che gli siano amici, non altro
si è atteso, che l’acqua
scorra verso l’alto.

11.

Perché qualunque cosa ci dicano
noi siamo nemici di classe:
chi di noi non ha osato lottare,
ha osato morire di fame.
Tamburino, noi siamo nemici di classe!
Questo non lo copre il rullo del tuo tamburo!
Industriale, generale e junker
il nostro nemico, sei tu!

È un problema che non si rimanda,
non si sistema un bel niente!
Verso l’alto non scorre l’acqua
e neppure lo si pretende!

12.

L’imbianchino imbianchi se crede,
non ci nasconderà le fessure!
Uno resta e uno deve cedere il passo
o io o te, uno dei due.
E qualsiasi cosa io impari,
l’ABC non deve cambiare:
non avrò mai niente in comune
con il nemico di classe.

La parola che ci unisce,
non la si potrà mai trovare:
dall’alto al basso la pioggia fluisce
e tu sei il mio nemico di classe.

Bertolt Brecht

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