Senza soglia il “premio” è una fregatura

La Corte costituzionale, giudicando sulla legittimità costituzionale del Porcellum, con la sentenza n. 1/2014 ha abolito il premio di maggioranza, concesso, senza soglia alcuna, alla minoranza politica più forte, in quanto comporta “una illimitata compressione della rappresentatività dell’assemblea parlamentare”, calpestando la volontà dei cittadini espressa attraverso il voto “che costituisce il principale strumento di manifestazione della sovranità popolare, secondo l’art. 1, secondo comma, della Cost.”. Ha osservato la Corte che tale meccanismo determina “un’alterazione del circuito democratico definito dalla Costituzione, basato sul principio fondamentale di eguaglianza del voto (art. 48, secondo comma, Cost.)”,

Anche sotto questo aspetto l’Italicum contraddice le indicazioni della Corte costituzionale perché, pur fissando una soglia minima (40%) per l’attribuzione del premio di maggioranza (che comporta comunque l’assegnazione di un premio rilevantissimo), ha reso tale soglia rimovibile attraverso il meccanismo del ballottaggio.I voti ricevuti dalla lista che viene premiata attraverso il ballottaggio si possono collocare anche molto al di sotto del 40%. Per di più vietando le coalizioni e attribuendo il premio esclusivamente alla lista, l’Italicum rende più incisiva la distorsione fra la volontà espressa dagli elettori e la composizione dell’Assemblea parlamentare.

Con questo quesito si vuole ristabilire l’inviolabilità del principio della sovranità popolare, ripristinando l’eguaglianza degli elettori nell’esercizio del diritto di voto, come prescrive l’art. 48 della Costituzione.


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