È scomparsa Tina Anselmi

In molte cose ero e sono distante dal pensiero politico di Tina Anselmi, ma non posso certo dimenticare quello che ha rappresentato per l’Italia a partire dalla sua partecipazione attiva alla Resistenza come staffetta della Brigata Autonoma “Cesare Battisti” e del Comando regionale del Corpo Volontari della Libertà.

Tina Anselmi (nome di battaglia “Gabriella”) decise di passare con i “ribelli” sui banchi di scuola a Bassano del Grappa, quando i ragazzi e le ragazze vennero costretti da fascisti e tedeschi a uscire e guardare una trentina di giovani impiccati ai pali della luce. Fu proprio allora che maturò la sua scelta di campo e l’antifascismo rimase una delle costanti della sua vita.

La sua coerenza e la battaglia a favore dei diritti delle donne (la Anselmi fu ministro del Lavoro, ma soprattutto il primo ministro donna nella storia italiana dall’Unità a oggi) ne hanno fatto un simbolo della Resistenza al femminile e veneta. Fra ricevette il dicastero da Giulio Andreotti il 29 luglio 1976, giorno del mio quindicesimo compleanno.

Prima di ritirarsi dalla vita politica, per sua precisa scelta, fu presidente della Commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2, dal 1981 al 1985. Un incarico che svolse con grande coraggio e determinazione.

Nel 1992 il settimanale satirico Cuore la propose per la Presidenza della Repubblica e il gruppo parlamentare La Rete la votò. Nel 2006, questa volta su iniziativa di un gruppo di blogger venne lanciata la campagna mediatica “Tina Anselmi al Quirinale”, ma i parlamentari le preferirono Giorgio Napolitano e la sua candidatura non ebbe quindi seguito.

Non mi resta che concludere questo messaggio di ricordo con un appello: ridateci i democristiani di una volta!

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