Dicembre 2017

17 dicembre 2017

Stanco, di ritorno da Roma con molte perplessità, una mole enorme di lavoro politico da fare, specie per quanto riguarda la ricucitura dei rapporti. Non me lo aspettavo, e la situazione a questo punto è molto molto complessa.

16 dicembre 2017

Scrivo mentre sto andando a Roma. Un viaggio che va fatto, anche se la stanchezza accumulata è molta e la fatica sta iniziando a farsi sentire.

Lo scopo è molto semplice: oggi si terrà il comitato centrale del mio partito e dobbiamo prendere una decisione importante, ovvero in quale forma presentarci alle prossime elezioni politiche (presmibilmente il 4 marzo 2018). La mia opinione, peraltro ripetutamente espressa, è molto chiara: dobbiamo cercare di presentarci da soli, senza aderire a una qualche coalizione raffazzonata, improvvisata e senza speranza alcuna di costruire qualcosa nel prossimo futuro. Un partito deve avere il coraggio di perdere le elezioni, perché se non si ha il coraggio di perdere non si può nemmeno sperare di vincere. In ogni caso, un partito deve essere in grado di gestire direttamente la propria agenda politica, senza limitarsi a inseguire quella di altri.

In ogni caso, un aspetto positivo c’è, indipendentemente da quale sarà il risultato della riunone: ho tempo per leggere, attività che nelle ultime settimane ho dovuto trascurare.

2 dicembre 2017

Scrivo queste poche righe di diario perché sono a casa. Avrei dovuto essere contemporaneamente a Roma per un’assemblea nazionale, a Milano per un convegno sull’Ucraina, a Torino per la manifestazione CGIL sulle pensioni e a un paio di altre iniziative a Genova. Alla fine, pur essendo tutte importanti, credo possano fare a meno della mia presenza.

A partire da oggi, avrò qualche giorno libero a causa del piccolo intervento chirurgico, cercherò di dedicarmi a mettere in ordine un po’ di idee che mi frullano per la testa. Niente di particolarmente eclatante, ma comunque qualcosa che prima o poi va fatto.

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