L’astensione attiva dal voto

In questi giorni, molti dei miei contatti su Facebook discutono della possibilità di recarsi, il 25 giugno, ai seggi elettorali costituiti per il ballottaggio delle amministrative e rifiutarsi di ritirare la scheda per il voto.

Si tratta di una procedura prevista dalla legge, anche se poco nota e poco praticata. Credo quindi di fare cosa utile riportando le procedure da attuare, così come sono pubblicate nel libretto di istruzioni per i presidenti di seggio distribuito lo scorso 11 giugno.

Sempre per fare cosa utile do i riferimenti per così dire “bibliografici”: il tema viene trattato a pagina 63-64 del libretto, paragrafo 73 ed è incluso nel Capitolo XVII – Casi anomali nel corso della votazione. Detto per inciso, viene dopo il “fondamentale” paragrafo 72 – Elettore che non restituisce la matita copiativa utilizzata per l’espressione di voto1.

73 – RIfiuto di ritirare la scheda. Restituzione della scheda prima di entrare nella cabina. Reclami e dichiarazioni di astensione o di protesta.

Nel corso delle operazioni di voto, in un momento anteriore o successivo alle operazioni di identificazione e registrazione dell’elettore illustrate ai paragrafi 56 e 57 (annotazione degli estremi del documento di riconoscimento e firma dello scrutatore nell’apposita colonna della lista elettorale a fianco del nome dell’elettore; apposizione del timbro e della data nell’apposito spazio della tessera elettorale; annotazione del numero della tessera nel registro, riportando anche, a fianco del numero della tessera, il numero di iscrizione nella lista sezionale dell’elettore medesimo), possono verificarsi due distinti casi:

  1. l’elettore rifiuta di ritirare la scheda. In tal caso l’elettore non può essere considerato come votante e non deve quindi essere conteggiato tra i votanti della sezione all’atto delle operazioni del successivo paragrafo 85. Pertanto, per un corretto computo del numero effettivo dei votanti, qualora il seggio abbia già “registrato” l’elettore nella lista sezionale e/o nel registro per l’annotazione del numero di tessera, occorre provvedere, nei relativi riquadri e colonne di tali documenti, a un ulteriore annotazione (ad es. con la dicitura “NON VOTANTE”). Inoltre, sulla tessera elettorale, il bollo della sezione non deve essere apposto (a meno che, ovviamente, non lo sia già stato). Va precisato che la scansione temporale delle operazioni di identificazione e registrazione dell’elettore da parte del presidente o degli scrutatori e di consegna materiale della scheda da parte del presidente (paragrafi 56, 57 e 58) non individua e stabilisce una rigida e giuridicamente vincolante successione di adempimenti ma detta prescrizioni di tipo organizzativo a scopo di accelerazione delle operazioni presso i seggi;
  2. l’elettore, dopo aver ritirato la scheda, senza neppure entrare in cabina, la restituisce al presidente senza alcuna espressione di voto. In tal caso si configura una ipotesi di annullamento della scheda, di cui al precedente paragrafo 70; l’elettore è conteggiato come votante, ma la scheda è annullata.

Un esempio della cosiddetta “astensione attiva”. La motivazione è da leggere e per farlo ingrandire l’immagine cliccandoci sopra

Può inoltre verificarsi che l’elettore chieda che vengano verbalizzati suoi reclami o dichiarazioni di astensione dal voto o di protesta o di altro contenuto. In tali evenienze, il presidente del seggio, per non rallentare il regolare svolgimento delle operazioni elettorali, deve mettere a verbale, in maniera sintetica e veloce, le generalità dell’elettore e i suoi reclami o dichiarazioni, allegando gli eventuali documenti scritti che l’elettore medesimo ritenesse di consegnare al seggio.

(Cfr. artt. 50 e 54, primo e secondo comma, T.U. n. 570/1960)

Vista così, al di là dello stile letterario burocratico, sembrerebbe una soluzione ottimale per manifestare il proprio dissenso. Purtroppo non è così, perché nessuno, al di fuori dei membri del seggio e dei funzionari incaricati negli uffici elettorali del Comune, verrà mai a sapere le ragioni della protesta.

Per questa ragione – e per non sovraccaricare il cumulo di lavoro degli scrutatori, che già ne hanno di loro – non opterò per questa soluzione, ma probabilmente annullerò la scheda. Dico probabilmente perché l’idea di fare un bello “scherzetto” a quelli che hanno governato Genova negli ultimi vent’anni, continua a frullarmi per la testa. Le ragioni della mia protesta verranno spiegate, cosa che peraltro sto già facendo, a mezzo Internet e sui Social.

  1. Nel quale si specifica che l’elettore che non restituisce la matita copiativa deve essere denunciato all’Autorità giudiziaria per il gravissimo crimine commesso.

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