Victor Hugo e la lotta alla miseria

Quando la conoscenza si trova in un solo uomo, la monarchia s’impone. Quando si trova in un gruppo di uomini, questa deve far posto all’aristocrazia. Ma quando tutti hanno accesso ai lumi del sapere. è venuto il tempo della democrazia.

Victor Hugo

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Victor Hugo

Victor Hugo, l’autore dei Miserabili, fondatore del romanticismo in Francia, fu anche un uomo politicamente impegnato. Nel 1848, anno cruciale nella storia europea ma soprattutto francese, entra a far parte dell’Assemblea Costituente come deputato, ma il colpo di Stato che nel 1851 porta al potere Napoleone III segna la fine della carriera politica dello scrittore.

Dapprima, Hugo appoggia l’elezione del giovane Luigi-Napoleone Bonaparte alle presidenziali; poi – quando il nuovo presidente e futuro imperatore inizia a prendere provvedimenti anti-liberali come l’abolizione della legge elettorale del 1850, riducendo di un terzo il numero degli aventi diritto al voto – ne prende le distanze. Inutile sarà il tentativo del Comitato di resistenza repubblicana, del quale fa parte insieme a Schœlcher, di sollevare la popolazione parigina. A Hugo, strenuo difensore di un regime liberale, non resta che attaccare Bonaparte con scritti e discorsi contro la miseria e le repressioni, che diventavano sempre più intolleranti. Proprio quello della miseria fu, per Hugo, lo spunto per un altro dei suoi libri più famosi, Lotte sociali.

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